domenica 1 marzo 2015

Crisi come opportunità



Ho letto l'articolo "Architettura come sistemavivente", scritto dall'architetto Antonino Saggio, già da qualche giorno ormai e anche oggi sono qui a scorrere di nuovo lo sguardo tra le righe, cercando di comprenderne più a fondo il significato. Le parole sono scorrevoli  e il testo è di facile comprensione, tuttavia gli argomenti trattati hanno aperto una serie di porte verso un mondo così complesso e ricco "imput"  che mi risulta difficile pensare di scrivere solo un breve commento.  Tuttavia cercherò di non perdermi in questo labirinto ricco di curiosità e stimoli, così da non dilungarmi troppo con il rischio di annoiare, e allo stesso tempo cercando di far comprendere nel migliore dei modi il mio pensiero a tale riguardo.


Ogni volta che si parla di informatica mi stupisco sempre di come questa si sia evoluta così rapidamente nel corso di pochi decenni: la tecnologia e l'informazione digitale hanno completamente rivoluzionato il modo di vivere la nostra vita, irrompendo nella quotidianità, tanto da modificare il nostro modo di comportarci e di relazionarci con gli altri e con il mondo. In un battito di ciglia ci siamo ritrovati a navigare in rete, con a disposizione un database di informazioni infinite a portata di mano: è un pò come essere Alice e saltare nella tana del Bianconiglio, dritto nel Paese delle Meraviglie, ritrovandosi così  in un mondo bizzarro, a volte incomprensibile ma nuovo, ricco di opportunità, dove la curiosità spinge a "viaggiare" sempre di più fin quando le domande che avevi in testa non trovano una risposta soddisfacente.

Personalmente amo le biblioteche, perchè il tempo sembra fermarsi quando ci si trova a sfogliare libri su libri per fare una ricerca e faccio parte di quella "schiera" di persone che adora l'odore della carta e la sensazione di tenere tra le mani un vecchio libro polveroso; tuttavia credo che senza l'informazione digitale non sarei venuta nemmeno a conoscenza di bellissimi libri letti (in formato cartaceo ed e-book), non li avrei potuti condividere con gli amici con un semplice click del mouse e commentarli insieme a loro, anche se si trovano dall'altra parte del mondo. Si, perché è anche questa una delle tante rivoluzioni messe in atto in "quest'epoca della virtualizzazione", sia quella di poter viaggiare pur restando comodamente  sulla poltrona di casa propria  (attraverso google earth per esempio) , ma anche di riuscire a parlare e "vedere fisicamente" un amico a chilometri di distanza, esprimere il proprio pensiero, confrontarsi e, se necessario, mettere in discussione le proprie idee, condividere momenti, foto, musiche che ci emozionano... rimanere  in contatto con gli altri.


E tutto questo a mio avviso ha rappresentato e rappresenta ancora una grande crisi dei nostri giorni: non tutti e forse troppo pochi riescono ad allineare la propria mente in modo tale da comprendere fino in fondo come muoversi all'interno di questo mondo ricco di stimoli, dinamico ed inarrestabile. Una realtà multitasking ancora in progress, che tenderà ad evolversi sempre di più e a generare opportunità sempre maggiori. Credo fermamente che la il concetto di crisi non faccia mai riferimento ad un problema che deve essere risolto, ma piuttosto ad un opportunità che può essere afferrata da chi è in grado di vederla. E' straordinario come questo mondo di informazioni, questa realtà virtuale, riesca ad interagire con noi e con la "nostra realtà" a tal punto che entrambe vivono e si evolvono l'una in funzione dell'altra: il nostro modo di vivere si modella anche in base a come la tecnologia evolve ma allo stesso tempo questa cerca di rispondere ai bisogni e alle curiosità del'essere umano.

Anche la sfera progettuale e quella relativa all'ambito architettonico sono uscite profondamente modificate da questa dimensione digitale totalizzante , traendo beneficio sullo sviluppo dell'ideazione, sulla comunicazione al pubblico e la rappresentazione dell'idea primaria di progetto. Credo che esistano due principali modalità operative del computer e dell'informazione digitale connesse all'architettura: la prima riguarda un approccio professionale, l'altra invece maggiormente sperimentale. I vantaggi riguardo l'approccio professionale sono ben evidenti e distinguibili, penso anche dai più scettici, visto che attraverso programmi diversi (Autocad, Rhinoceros, Revit, Grasshopper, etc.) scaricabili in rete o acquistabili, il progettista è in grado non solo di avere una maggiore possibilità di esprimere appieno la sua idea progettuale  e di renderla comprensibile a un committente attraverso supporti multimediali di chiara interpretazione (come può essere un rendering oppure un video interattivo), ma ha anche l'opportunità di modificare, ricollocare, aggiungere, sottrarre qualsiasi elemento del progetto attraverso pochi e semplici passaggi sul computer. Di conseguenza a cambiare è l'intero processo compositivo e di realizzazione di un'architettura.
Per quanto riguarda invece l'approccio sperimentale, credo che l'architettura possa avere numerosi vantaggi dall'informazione digitale ed in particolare dalla realtà virtuale che Maldonato definisce come "quella particolare tipologia di realtà simulata in cui l'osservatore può inserirsi interattivamente, con l'aiuto di particolari protesi ottico-tattili-auditive, in un ambiente tridimensionale generato dal computer". La sfida qui è stata proprio quella di voler abbattere la barriera che esiste fra "mondo virtuale" e "mondo reale", cercando l'ausilio di strumenti particolari come l'oculus rift, virtualizer e tanti altri, che permettano l'immersione totale di un soggetto-attore all'interno di quella che diventa una realtà virtuale che simula a tutti gli effetti la realtà che ci circonda. Se si pensa alle potenzialità che tali strumenti possono avere in campo architettonico quasi vengono le vertigini: mi è capitato di lavorare per il laboratorio di restauro sulla Chiesa di Santa Maria di Grottapinta, che è stata costruita intorno al 1000 d.c. sulle fondamenta del vecchio Teatro di Pompeo; io e il mio collega abbiamo rifunzionalizzato la chiesa sconsacrata a ruolo di mediateca, con all'interno un simulatore che avrebbe permesso, tramite ricostruzione digitale, di "visitare" il teatro di Pompeo oramai non più visibile. Un'immersione digitale alla Matrix.


La virtualizzazione dello spazio architettonico è certamente un ambito in cui la sperimentazione progettuale ha ampi margini di manovra, impensabili fino a qualche secolo fa. Si tratta di avere tra le mani strumenti dalle potenzialità infinite, basta avere la volontà di imparare il loro utilizzo. Allora l'architetto progettista non si troverà più fuori ma dentro l'opera che vuole costruire. Quando Antonino Saggio afferma  "datevi una svegliata Architetti [...] Il mondo di oggi è permeato dall’ informazione. L’informazione, anzi, è esattamente la materia prima dell’architettura di oggi! Sì, non è più il mattone, è l’informazione", credo che sia stato lui stesso a darci l'informazione più importante di tutte (o almeno io così l'ho interpretata): incuriosirsi, ricercare, provare a mettersi in gioco per scoprire questo nuovo mondo digitale , rappresenta la chiave per la realizzazione di un'architettura costruita su fondamenta solide, per mezzo di strumenti tecnici appropriati e quindi assolutamente reale. Smettiamola di ragionare su binari ed iniziamo a tessere una rete di pensieri e conoscenze.


Tutto il ragionamento fatto fin ora  ha rappresentato e rappresenta ancora una grande crisi dei nostri giorni: non tutti e forse troppo pochi riescono ad allineare la propria mente in modo tale da comprendere fino in fondo come muoversi all'interno di questo mondo ricco di stimoli, dinamico ed inarrestabile. Una realtà multitasking ancora in progress, che tenderà ad evolversi sempre di più e a generare opportunità sempre maggiori. Credo fermamente che  il concetto di crisi non faccia mai riferimento ad un problema che deve essere risolto, ma piuttosto ad un opportunità che può essere afferrata da chi è in grado di comprenderla. 

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